Dentro di noi, possediamo tutte le risorse di cui abbiamo bisogno per far fronte alle nostre sfide evolutive.
Milton H. Erickson


Il metodo strategico
“Strategico” è un termine che definisce una modalità di intervento caratterizzata da piani di azione che hanno lo scopo di promuovere un cambiamento nel sistema percettivo/ reattivo della persona, rompendo il circolo vizioso su cui si basa il problema.
In altre parole ogni persona ha una personale “chiave di lettura” di sé e della realtà che la circonda che influenza il suo modo di agire e di relazionarsi al mondo. La vita non è perfetta e non sempre le persone riescono a sviluppare o a mantenere una visione positiva dell’esistenza, per questo può accadere a chiunque di attraversare momenti più o meni lunghi di difficoltà e malessere.
Ma perché alcune persone riescono ad attraversare le avversità della vita e ad andare avanti nel loro cammino, mentre altre si bloccano e rimangono impantanate nelle loro situazioni problematiche?
Ciò che caratterizza le prime non è tanto la mancanza di sofferenza e la facilità con cui affrontano le cose quanto la capacità di mantenere la speranza anche quando nel presente vivono situazioni incerte, quando manca il benessere, quando provano dolore e perdita. Chi spera sceglie la volontà, non accetta passivamente le cose ma ha fiducia nella possibilità di cambiamento e in base ad essa dirige le proprie azioni per costruire il proprio futuro. Queste persone sono anche resilienti, hanno cioè la forza e la volontà di reagire alle difficoltà accettando con consapevolezza i propri limiti e credendo nella loro capacità di creare nuove possibilità.
Quando un individuo spera ciò che non è presente immagina qualcosa nel futuro, e lo attende con perseveranza. La speranza presuppone la fiducia nelle proprie e altrui risorse ed esercita la volontà dell’ottimismo come scelta, non come tratto caratteriale.
Short D. & Casula C.
Le persone che invece rimangono impantanate nelle proprie situazioni problematiche non riescono più a credere nella loro possibilità di generare un cambiamento: di fronte ad una difficoltà reagiscono con delle soluzioni che sono solo apparentemente efficaci ma in realtà autoalimentano il problema stesso invischiando sempre di più la persona. Se ho paura di parlare in pubblico tenderò ad evitare le situazioni che lo richiedono e temporaneamente avrò anche l’impressione di stare meglio ma con il passare del tempo mi troverò sempre più isolata e limitata, perderò fiducia in me stessa e mi sentirò sempre più incapace e afflitta, condizione che contribuirà a farmi nascondere ancora di più. Il circolo vizioso dell’immobilità si è così strutturato e consolidato.
Le persone che per qualche motivo sono angosciate a volte preferiscono un problema che è loro familiare piuttosto di una soluzione che non lo è per nulla.
Neil Postman
Solitamente le persone che arrivano in terapia si trovano in questa fase: bloccate, dolenti, sofferenti, impaurite, spaventate, arrabbiate, rassegnate, sfiduciate, scoraggiate…
Quando diventa più difficile soffrire che cambiare… cambierà.
Robert Anthony De Mello
E il mio compito come terapeuta è quello di aiutarle a far riaffiorare le loro energie e le loro forze, recuperare le loro risorse per affrontare la vita e tornare ad esserne protagonisti, ponendomi come facilitatrice del cambiamento.
Gli obiettivi vengono costruiti assieme al cliente, e il lavoro terapeutico interviene su tutti i livelli di cui il problema è composto ( cognitivo, comportamentale, relazionale, corporeo e narrativo) prediligendo la dimensione del qui ed ora, in una prospettiva che adatta il metodo alla persona e non viceversa. Questo richiede l’utilizzo creativo di metodi e tecniche diverse che derivano da diversi approcci teorici con la finalità di integrare i modelli e le conoscenze piuttosto che tenerle separate
La domanda che guida il mio intervento terapeutico non è “perché la persona sta male” ma piuttosto mi chiedo “come, dove, di che cosa sta male?” e trovare le risposte è prioritario per strutturare la strategia di cura più adatta ad ogni specifica situazione. Tuttavia, pur essendo fondamentale, la consapevolezza non è sufficiente da sola a promuovere e consolidare il cambiamento ma per renderlo reale e tangibile occorre l’azione, ovvero lo sperimentare nella realtà che una nuova chiave di lettura di sé e del mondo è possibile e che produce risultati nuovi e a volte nemmeno immaginati.
Se non ci piace dove stiamo possiamo spostarci, non siamo alberi.
Snoopy
Buon cambiamento a tutti!
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